POR FSE Regione Piemonte ob.2 Competitività regionale ed
occupazione 2007-2013
Gruppo di lavoro: Elena
Ragazzi, Igor Benati, Lisa Sella, Elena Santanera
Il progetto verte sul servizio
di valutazione indipendente del POR FSE Regione Piemonte nel periodo 2007-2013 per
l’obiettivo 2, inerente la competitività regionale e l’occupazione. In
particolare, si valutano gli impatti delle politiche formative co-finanziate in
Regione Piemonte tramite risorse FSE, dedicate alla qualifica di base di giovani
in obbligo formativo o di adulti inoccupati (per lo più stranieri o con bassa scolarità)
oppure alla specializzazione post titolo di studio di adulti inoccupati.
Il CNR-Ceris, membro
dell’RTI che fornisce il servizio di valutazione, si occupa specificamente
della valutazione di placement di detti percorsi formativi, con il duplice
obiettivo di accountability esterna e
di sviluppo di un’adeguata cornice metodologica per la valutazione controfattuale
degli impatti netti, che ponga particolare attenzione a problematiche quali il deadweight effect ed il selection bias.
La scelta di un particolare
gruppo di controllo - estratto con un disegno di campionamento che si basa
sugli stessi criteri del campione principale - dalla lista dei no shows, ha permesso di stimare
l’impatto netto in condizioni di assenza di selection
bias, problema particolarmente rilevante quando la valutazione sia fatta
con tecniche quasi sperimentali e su politiche espressamente mirate o che
comunque coinvolgano ampie fasce di soggetti svantaggiati. La ricerca mira
anche a sperimentare parallelamente l’utilizzo per l’indagine principale e per
il gruppo di controllo, di dati di fonte amministrativa (appaiando ai soggetti
del campione principale soggetti opportunamente estratti dalle liste dei
disoccupati con tecniche di propensity
score matching) per realizzare la valutazione di placement, fornendo
l’occasione unica di realizzare un test dell’efficacia e correttezza relativa
delle varie tecniche di valutazione di impatto netto.
I risultati della ricerca
evidenziano un impatto netto significativamente positivo delle politiche
valutate, che agisce particolarmente sul recupero del gap occupazionale proprio dei soggetti deboli, quali le donne o gli
stranieri extra-comunitari. Fra i formati, infatti, non si osservano le
significative differenze occupazionali che caratterizzano i gruppi deboli nel
campione di controllo. Inoltre, ulteriori approfondimenti suggeriscono un
effetto “moltiplicatore” delle politiche attive del lavoro: qualora combinata
alla formazione professionale, la fruizione di un percorso completo di servizi
al lavoro (accoglienza, orientamento, accompagnamento al lavoro) migliora
significativamente le possibilità occupazionali dell’individuo. Pertanto, una
programmazione congiunta delle politiche formative e delle politiche per il
lavoro migliorerebbe l’efficacia delle singole azioni di policy.
Tra i principali prodotti
della ricerca ricordiamo:
Rapporto di placement 2011 contenente
l’indagine sui formati 2010 e le prime indicazioni metodologiche per lo
sviluppo dell’analisi di impatto netto